CHI SIAMO

Salesiani hanno una lunga tradizione di carattere mondiale nella preparazione dei giovani e il loro inserimento nel mondo del lavoro. In Italia, gestiscono decine di diversi Centri di carattere professionale (istituti professionali, istituti tecnici, centri di formazione professionale, ecc.) ed operano attraverso un’associazione CNOS-FAP (Centro Nazionale Opere Salesiane – Formazione ed Aggiornamento Professionale) con sede a Roma.

Nella regione dell’Umbria tali attività sono rappresentate dalla delegazione regionale del CNOS-FAP con sede a Perugia. Le attività formative umbre professionali si svolgono nei tre Centri di Formazione Professionale operanti a Perugia, Foligno e Marsciano. Attualmente nelle attività professionali partecipano circa 300 giovani oltre alle persone adulte che riqualificano nei diversi corsi.

STORIA

Salesiani sono venuti a Perugia per essere presenti in mezzo ai giovani e per aiutarli ad essere buoni cristiani e onosti cittadini. Sono presenti a Perugia dal 1922. Sono gli anni del “Penna Ricci” che tanta commozione suscitano ancora oggi in coloro che beneficiarono della infaticabile opera dei Salesiani.

Nel 1959, con lo spostamento in Viale Pellini, sorge l’Istituto che offre alle Famiglie una Scuola Media e Superiore di qualità. Nel nuovo complesso riprende  vigore nell’ambito sportivo e nell’animazione nel tempo libero. La PGS Don Bosco occupa circa 300 giovani, maschi e femmine, che praticano calcio, basket e volley.

A partire dal 1982 si apre il nuovo fronte della formazione dei giovani che sia avviano al lavoro. Il CNOS FAP offre la possibilità di qualificarsi nei diversi settori a seconda delle richieste provenienti dal mercato del lavoro (settore elettrico, meccanico, termoidraulico, controllo numerico e altre diverse) ed aiuta ai giovani al loro inserimento nel mondo del lavoro. Le altre sedi del CNOS-FAP nell’Umbria ( Foligno e Marsciano) dimostrano l’importanza e la validità di questo tipo di servizio.

Con i cambiamenti socio-culturali i Salesiani adattano le loro strategie alle nuove esigenze. Uno dei problemi, affrontano da molti anni e legato con la scarsa richiesta scolastica da parte delle famiglie di Perugia, matura con la decisione dei Salesiani di cambiare le priorità educative. Nel 2010 i Salesiani si ritirano dalla stagione delle scuole (scuola media e liceo) e passano tutta la tradizione e il patrimonio scolastico di Don Bosco di Perugia ai collaboratori laici. L’associazione Centro Studi Don Bosco, composta in prevalenza dalle ex-scuole salesiane continua a gestire le scuole nello stile di Don Bosco.

L’Istituto Don Bosco si apre di più alla cittadinanza di Perugia e, insieme con le Autorità di Perugia, entra a far parte del Progetto del Quartiere. Visti i diversi problemi legati con i parcheggi, i Salesiani mettono gratuitamente a disposizione del Comune il loro terreno, l’ex-orto, dove viene costruito un moderno parcheggio, inagurato solennemente, in presenza del sindaco di Perugia e delle altre autorità, nel mese di Maggio 2011.

Una delle scelte prioritarie del carisma di Don Bosco si rivolge attualmente al mondo del lavoro e al mondo Universitario. Le strutture delle ex-scuole vengono trasformate in una moderna Residenza Universitaria che aprirà le sue porte ai giovani universitari a cominciare dal mese di ottobre 2012.

MISSION

Dedicarsi all’educazione dei giovani e, specificatamente, alla loro formazione, è stata per i Salesiani, fin dalle origini, l’attività più importante e caratterizate.

Don Bosco, il fondatore dei Salesiani, ha iniziato a Torino, intorno al 1846, la sua attività pastorale, educativa e sociale, proprio attraverso il recupero all’istruzione e alla formazione dei giovani delle fasce deboli, mediante le scuole serali e domenicali, e i primi laboratori, nei quali ha formato i primi apprendisti, con caratteristiche di professionalità complete e con criteri rispettosi della persona.

Le Scuole Professionali Salesiane si sono sempre caratterizzate per avere accanto al momento formativo culturale-scentifico-tecnologico, momenti di esercitazione pratiche, configurati in modo da emulare, per quanto possibile, la realtà di una vera e propria azienda.

Prendendo le mosse della pedagogia salesiana, miriamo ad incoraggiare e potenziare le qualità dei giovani, anche laddove esse siano nascoste agli stessi, per rendere i ragazzi consapevoli, fiduciosi e propositivi. Abbiamo come obiettivo, attraverso un’azione peculiare sull’intelligenza pratica, la formazione di buoni cristiani ed onesti cittadini, di persone capaci, responsabili e consapevoli del loro valore sociale e personale.

COMUNITA’ EDUCATIVA PASTORALE

La comunità educativa e pastorale (chiamata CEP) coinvolge, in clima di famiglia, giovani e adulti, genitori ed educatori di tutti i settori operanti nell’Istituto.

Tutti i componenti di essa, e in modo particolare i salesiani e i laici portano in essa il contributo originale della loro esperienza e del loro modello di vita.

La CEP ha lo scopo di suscitare e favorire la collaborazione reciproca e di approfondire lo spirito salesiano e la pratica del Sistema Preventivo. Essa offre a tutti la possibilità di sentirsi corresponsabili per l’educazione dei giovani e per la realizzazione pratica delle diverse iniziative.

La CEP si raduna periodicamente ed offre a tutti la possibilità della partecipazione attiva (assemblea) e ai rappresentanti dei settori (membri del consiglio) – la possibilità della condivisione delle decisioni concrete.

IL SISTEMA PREVENTIVO

Don Bosco realizza la sua personale santità mediante l’impegno educativo. Da questa esperienza scaturisce la sua prassi pastorale e il suo stile pedagogico. Vita spirituale, impegno apostolico, metodo educativo sono tre aspetti di un’unica realtà: l’amore, la carità pastorale che unifica e muove tutta l’esistenza: essere nella Chiesa segni e portatori dell’amore di Dio ai giovani.

Diceva don Bosco che questo sistema si appoggia tutto sopra la ragione, la religione, e sopra l’amorevolezza. Questo metodo educativo prende il nome di: Sistema Preventivo. Esso è anche una metodologia pedagogica caratterizzata da:

  1. La volontà di stare tra i giovani condividendo la loro vita, quardando con simpatia il loro mondo,attenti alle loro vere esigenze e valori;
  2. l’accoglienza incondizionata che si fa forza promozionale e capacità instancabile di dialogo;
  3. Il criterio preventivo che crede nella forza del bene presente in ogni giovane, anche il più bisognoso, e cerca di svilupparla mediante esperienze positive di bene;
  4. La centralità della ragione, fatta ragionevolezza delle richieste e delle norme, flessibilità e persuasione nelle proposte; della religione, intesa come sviluppo del senso di Dio insito in ogni persona e sforzo di evangelizzazione cristiana; della amorevolezza, che si esprime come un amore educativo che fa crescere e crea corrispondenza;
  5. Un ambiente positivo intessuto di relazioni personali, vivificato dalla presenza amorosa e solidale, animatrice e attivante degli educatori e del protagonismo degli stessi giovani;
  6. Con uno stile di animazione, che crede nelle risorse positive del giovane..

Questa proposta originale di evangelizzazione giovanile parte dall’incontro con i giovani là dove si trovano, valorizzando il patrimonio naturale e soprannaturale che ogni giovane ha in sè, in un ambiente educativo carico di vita e ricco di proposte; si attua attraverso un cammino che privilegia gli ultimi e i più poveri; promuoverlo sviluppo delle risorse positive che hanno, e propone una forma particolare di vita cristiana e di sanità giovanile. Questo progetto originale di vita cristiana si organizza attorno ad alcune esperienze di fede, scelte di valori e atteggiamenti evangelici che costituiscono la Spiritualità Giovanile Salesiana (SGS).

Il Sistema Preventivo trova la sua sorgente e il suo centro nella esperienza della carità di Dio che previene ogni creatura con la sua Provvidenza, l’accompagna con la sua presenza e la salva donando la vita. Questa esperienza dispone l’educatore ad accogliere Dio nei giovani, convinto che in loro Dio gli offre la grazia dell’incontro con Lui, e lo chiama a servirlo in loro, riconoscendone la dignità, rinnovando la fiducia nelle loro risorse di bene ed educandoli alla pienezza della vita.

Questa carità pastorale crea un rapporto educativo sulla misura dell’adolescente e dell’adolescente povero, frutto della convinzione che ogni vita, anche la più povera, complessa e precaria, porta in sé, per la presenza misteriosa dello Spirito, la forza del riscatto e il seme della felicità.

CODICE ETICO

A seguito del D.Lgs. 8 Giugno 2001, n.231, che disciplina la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di responsabilità giuridica, il CNOS FAP ha adottato un modello organizzativo e di gestione al fine di evitare che vengano sanzionate per “responsabilità oggettiva” gli enti di cui, a qualsiasi titolo, fanno parte persone che commettono reati.

Per una migliore conoscenza dei comportamenti che, all’interno delle strutture, possono dar luogo a reati sanzionati penalmente e quindi, per evitare la commissione degli stessi, la Federazione Nazionale ha adottato e diffuso un codice etico in cui, nei 14 articoli che lo compongono, detta norme che disciplinano sia i rapporti tra le associazioni aderenti al CNOS FAP nazionale e la federazione stessa, nonchè tra i dipendenti delle prime e le associazioni medesime, sia la condotta che i dipendenti e i collaboratori devono tenere nell’adempimento delle loro funzioni.

CARTA DEI VALORI

Quali sono i valori caratteristici che distinguono un’opera edutativa salesiana dalle altre opere educative? Cerchiamo di tracciare un quadro di questi valori.

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